Emme Seven

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  1. kevorth
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    Prefazione
    7 luglio 2057
    Il pianete Terra è sotto il dominio di una razza aliena conosciuta come Arturiani. I terrestri non poterono nulla contro l'invasione aliena, l'umanità riuscì a resistere per alcune decadi ma nella battaglia decisiva persero rovinosamente.
    Gli Arturiani schiavizzarono tutti coloro che sopravvissero, gli tolsero il nome ed ogni radice della loro storia, gli venne etichettato solo M-7, il Settimo Mondo caduto sotto il loro dominio. Tutto ciò che rimase era una terra desolata con centinaia dii campi di concentramento, dove gli umani venivano allevati ed addestrati per la lotta. Un insano divertimento per i giochi intergalattici di cui loro erano promotori.
    Ogni schiavo era sempre di fronte al sorriso della morte, e l'uomo non poteva far altro che sorridere di rimando aspettando la propria fine all'interno dell'arena.
    Ormai il mondo era di per sè una prigione, e gli umani che hanno perso dignità, felicità e speranza, hanno smesso di pensarci. Sopravvivenza era il solo pensiero che riecheggiava dentro di essi, più dettato dall'istinto che da altro.


    Capitolo 1
    Campo di concentrazione di Narita. M-7 confinati, numero 1132.

    "In piedi! Bastardo M7"

    Un colpo di frusta seguì subito dopo sulla nuda schiena dello schiavo esamine per terra.
    Gli schiavi atterriti guardavano impotenti la scena, l'Arturiano di robusta statura dalla folta bionda chioma e col tipico color oro arturiano maneggiava una frusta di cuoio imbevuto d'acqua. Non c'era attimo che non si sentiva lo schiocco dell'arma infame.

    "Bas-"
    "Fermo, che pensi di fare? Farai frustare anche noi altri!"

    Disse un uomo avanti con gli anni ad un giovane che stava per alzarsi. La mano tremante colpita da innumerevoli anni di sventura fermava il braccio del prode giovane.

    "Vecchio, non siamo bestie da soma e di certo non lo sono io!"

    Il ragazzo tirando il braccio con uno strattone si liberò dalla debole presa e si buttò contro l'arturiano.

    "oh, oh! Che nobile gesto, nonché sprovveduto!"

    Prima che il ragazzo potesse fare qualcosa un'altra frusta gli si attorcigliò intorno al collo. Ed il padrone di quella frusta sogghignò.

    "Abbiamo un volontario per il nuovo test... "

    Detto questo lo trascinò fuori dalla fogna in cui si trovava e lo strattonava di continuo per farlo avanzare. Il ragazzo si divincolava dal dolore e dalla sensazione di soffocamento. Le urla degli altri schiavi erano diventati molteplici, ed allo stesso tempo più lontani e sbiaditi. Finché non ci fù altro che il buio nella mente del giovane.

    "Un bel esemplare, secondo i test genetici effettuati ha una buona predisposizione... preparate la sala..."

    Un barlume di coscienza riaffiorò, c'erano immagini sfocate di arturiani intorno al suo corpo che parlottavano indossando una maschierina. Poi uno di loro lo colpì nuovamente.

    "Tenetelo fermo! Non lo fate agitare!"

    Un dolore atroce attraversava ogni centimetro del suo corpo, non si poteva muovere ma tutto quel dolore gli fece perdere di nuovo i sensi.

    "Molto bene... sembra stabile e vivo. Il tasso di compatibilità è del 85%. Altri sarebbero già deceduti... Professore complimenti!"
    "Dobbiamo ancora aspettare 24 ore prima di dire che è un successo, dategli la morfina..."

    Il dolore era scomparso, e con esso anche tutti gli arturiani. Solo uno rimase,colui che doveva iniettargli la morfina e dopo l'ennesimo colpo in testa ritornò tutto buio.

    "M7, sei vivo?- M7... "

    Una luce attraversa i bulbi oculari del ragazzo, andava a destra e sinistra.

    "C'è una lieve risposta degli occhi. Sta riprendendo coscienza. Ha superato il primo esame... Ora buttatelo nel buco."

    Il ragazzo venne portato a braccio da due arturiani, entrambi schifati dall'umano.

    "Non credi che questi test siano inutili? Insomma... se vogliamo qualcosa di qualità maggiore possiamo andare su un altro pianeta!"
    "Non dire sciocchezze, anche se questi esseri sono fisicamente più deboli hanno delle ottime predisposizioni. Il tasso più alto di tutti gli altri pianeti che abbiamo visitato."
    "Questi test comunque sono uno spreco di tempo..."
    "Zitto, non farti sentire, lo sai che questi test sono segreti e nessun esterno dovrà venirlo a sapere."
    "Beh sì... ah, finalmente siamo arrivati, buttiamolo giù, non sopporto più il suo fetore"
    "sì, pure io."

    Dopo un sonoro tonfo, il giovane cadde pesantemente nella fossa. Un posto oscuro e non molto largo. Veniva usato di solito per gli scontri per testare l'abilità dello schiavo.

    -mmh, dove mi trovo?- Pensò cercando di rimettersi in piedi, ma ancora intontito cercò un appiglo dove agrapparsi.
    "Professore, professore... si è svegliato!" Disse uno dei presenti sull'orlo della fossa.
    "Ah, bene. Tempo di ripresa eccellente. Salve M7, qual'è il tuo nome?" disse una voce autorevole.
    "..."
    "Comprendi la situazione?"
    "mmh, non proprio... ma se volete uccidermi fareste meglio a farlo ora."
    "Come sei irascibile, ho solo chiesto il tuo nome."
    "M-7. Signore."
    "Oh, che bravo... ma non intendevo quello, voglio sapre il tuo vero nome. Rispondi."
    "... Yami..."
    "Molto bene, ora aprite le celle."

    Un fragore assordente proveniva dal fondo della fossa, lentamente si alzavano le celle e rumori sinistri si celavano nell'oscurità. Cautamente Yami si mise contro il muro, cercando di riprendere le forze il prima possibile.
    Decine di luci rosse iniziarono ad intravedersi nel buio, poi piano piano sotto la luce tenue che proveniva dall'alto si contavano 7 esseri che marciavano verso il ragazzo. Erano alti quasi 2 metri, occhi rossi a mandorla e inclinati, pelle marrone e protuberanze sulla testa. Non sembravano molto forti ma il loro numero e la bava che gocciava dal lato della loro bocca facevano preoccupare Yami.

    "Forza, sopravvivi... Yami... e potrai rivedere la luce del giorno. Questa è una promessa."

    Sullo spalto gli arturiani erano in fermento, qualcuno infieriva su Yami altri invece volevano solo vedere il sangue rosso terrestre.

    -Sopravvivi!- Pensò Yami. E con impeto si scagliò contro l'alieno più prossimo.
    La lotta ebbe così inizio.
    Il primo calcio venne assestato in pieno petto dello sfortunato alieno il quale sembrò rimanere senza aria, ma il calcio successivo venne bloccato. Yami cercò di svincolarsi dalla presa, ci riuscì ma in quel lasso di tempo venne circondato. Il respiro affannoso degli alieni rimbombava tra le pareti della buca. Come le grida di Yami quando venne bloccato.
    Yami cadde sotto il peso dei nemici, era senza più forze e sopra tutto senza più voglia di vivere.

    "Che tristezza... un altro esperimento fallito."
    "Professore, dove va?"
    "Non ho interesse nel vedere un M7 squartato da esseri patetici come quelli di M3."
    "... a proposito dei test... andrò a cercare altre cavie."
    "Sì, inizieremo domani, e questa volta proviamo con una femmina..."

    Dal fondo della fossa si sentirono le urla strazianti di Yami e la gioia divoratrice degli alieni di M3. Poco dopo non rimase altro che un silenzio tombale.


    Arturiani
    arturiano

    Il professore
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    Edited by kevorth - 18/5/2013, 18:27
     
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    Capitolo 2
    Da qualche parte nei pressi di Narita

    "Si fermi! Colonnello ci deve una spiegazione! Perché ha fatto riunire la maggior parte della resistenza qui a Narita?"
    "Maggiore... Ikky, mi sa dire per quale motivo negli ultimi anni abbiamo intercettato deportazioni verso Narita?"
    "Signor No! Colonnello!"
    "Esatto, siamo quì per scoprirlo... e chiamami pure con il mio nome..."
    "Ma, Colonnello... va bene egill..."
    "Dopo tutto siamo vecchi compagni d'armi, -eheh- raduna gli altri è quasi ora e contatta gli altri Colonnelli"
    "Signor sì! Colonnello!"

    I due parlavano in una stanza senza luce, dove il fetore di morte e desolazione era impregnato in ogni centimetro quadrato. La resistenza, gli ultimi sopravvissuti ancora in libertà si potevano contare in poche centinaia, ma molti preferirono continuare la propria vita reclusi in un luogo segreto che cambiava di volta in volta.
    Era quasi sera, quando il Maggiore chiamò i propri comilitoni tra i quali si ergevano i suoi pari.

    "Maggiore Jack a rapporto!"
    "Maggiore Ivan a rapporto!"
    "Maggiore Ryan a rapporto!"

    Tutti e tre all'unisono erano appena entrati e messi sull'attenti di fianco a Ikky, ci fu una pausa di silenzio quando il Colonnello si voltò per dire con fare accigliato.

    "Sembra passato molto tempo da quando vi chiamavo Sgherri... e poi Picciotti... -eheh- ma ora siete veterani e mi aspetto che portiate avanti il team come da programma!"
    "Signor sì, signore!" Dissero i 4 ad alta voce.
    "Questa notte l'obiettivo primario sarà scoprire quale fine abbiano fatto tutte le persone occidentali trasportate in questo lager... e l'obiettivo secondario sarà quella di liberare più schiavi possibili! Ci sono domande?"
    "Signor sì, signore... Quanto tempo abbiamo per attraversare le mura?" chiese il Maggiore ivan.
    "Come da programma, nuoteremo per 1 km lungo il fiume ed entreremo nel canale di Hiyoshikura. Quindi attenderemo al punto 51 il nostro contatto. Quando il Colonnello Satella darà il segnale attraverseremo l'autostrada ed entreremo grazie ai condotti fognari. Tempo stimato 8 minuti. Una volta dentro Il maggiore ikky cercherà informazioni sui deportati. Il maggiore Ryam darà copertura. Il maggiore Jack e Ivan si occuperanno della liberazione ed io mi assicurerò che la strada per la fuga sia libera. Raccolta dopo 15 minuti sul lato nord-ovest. Raduno con il Colonnello Satella alla stazione Kaisenarita. Il Colonnello Kuroi ci darà copertura dal parco sul lato ovest dell'obiettivo. Quindi che la missione sarà completa, avremo 7 minuti per raggiungere il punto di raccolta."
    "Signor sì, Signore!"
    "Radunate il team, si parte tra 30 minuti. Rompete le righe."

    Il team di salvataggio e ricerca era composto da 5 gruppi in totale, tutti ligi al dovere. Armati fino al midollo e pronti a morire per una giusta causa. Il Colonnello egill raccolse il suo team a 3 kilometri nord dall'obiettivo, nell'ultimo kilometro fecero a nuoto. In fila indiana, nel buio più oscuro senza udire i soliti rumori cittadini d'un tempo, l'atmosfera era inquietante.
    Una volta raggiunti il canale di Hiyoshikura proseguirono fino alla vista dell'autostrada, e poi rimasero in attesa. Non ci volle poi così molto quando il contatto arrivò dal lato ovest.

    "Tenente Breacker a rapporto!"

    Nell'ultimo tratto era tutto accovacciato e faceva attenzione a non attirare gli sguardi indiscreti degli Arturiani.

    "Bene tenente, siamo pronti" Disse il Colonnello egill.
    "Aspetti signore, altri 2 minuti prima di partire." Intanto Breacker guardava il suo orologio.

    I 2 minuti più lunghi di tutta ina vita. Allo scoccare dell'ultimo secondo il Tenente Breacker trasalì.

    "Che succede Tenente!?" Domandò il Colonnello.
    "E' strano, è passato un pò ma non si sente alcun eco"

    Qualche secondo dopo riecheggiava nella notte il rumore d'arma da fuoco. Breacker fece quindi cenno di seguirlo. Il team di egill era raccolto sempre in fila indiana e pochi minuti dopo, con il favore della notte e del fattore diversivo del Colonnello Satella riuscirono ad entrare nelle fogne.

    "Colonnello Egill, questa è l'entrata. Vi attendo a missione compiuta al punto di raccolta."
    "Bene Tenente."

    Con quelle ultime parole il team si dileguò nei cunicoli sotterranei.


    -All'interno del campo di concentramento di Narita.-

    "Che tristezza... un altro esperimento fallito."
    "Professore, dove va?"
    "Non ho interesse nel vedere un M7 squartato da esseri patetici come quelli di M3."
    "... a proposito dei test... andrò a cercare altre cavie."
    "Sì, inizieremo domani, e questa volta proviamo con una femmina..."

    Gli arturiani stavano per ritirarsi nelle poprie stanze quando all'improvviso si sentirono dei colpi d'arma da fuoco.

    "Cosa succede?" Domandò il professore.
    "Siamo sotto attacco... quei maledetti M7 "
    "Mettete al sicuro il laboratorio, svelti!"
    "Ma signore, scommetto che è solo uno di quei attacchi sporadici..."
    "Non fiatare tu, obbedisci e basta" Disse con fare preoccupato.

    -Questi M7 potranno essere anche inferiori tecnologicamente e fisicamente... ma durante la guerra hanno dimostrato tenacia e grandi abilità tattiche- Pensò preoccupato.
    Il professore si recò verso il suo studio per blindare i suoi documenti, lasciando indietro la sua ultima cavia al suo destino. Quando ebbe terminato si recò al laboratorio, ma lungo la strada incontrò il Colonnello Egill.

    "Fermo!" Gridò il colonnello puntando l'arma sul professore. "L'unico arturiano morto è un arturiano morto. Addio!"
    "No, posso farvi uscire da quì... senza spargimenti di sangue!" Replicò il professore "Prendimi in ostaggio!"

    Il maggiore Ikky alzò l'arma per sparare, ma Ryan lo fermò e disse:

    "Colonnello, magari può tornare utile, e se quello che dice fosse vero allora avremmo più possibilità per andarcene incolumi."
    "Va bene, sarà sotto la mia custodia... fuggire con gli schiavi non sarà di certo una passeggiata."

    Dopo quel momento il team si divise per le proprie strade secondo i ruoli assegnati. Lungo il tragitto il Colonnello attraversò la sala della fossa e si fermò a guardare.

    "Quale essere vivente si può divertire a vedere simili atrocità!" Disse il colonnello.
    "Non siamo peggiori di voi M7. Via bbiamo studiato nel passato e su di voi gravano colpe anche maggiori." Replicò l'arturiano con disprezzo.

    Poi il colonnello lo colpì.

    "Uomini ripulite quel buco, si vede del movimento... non fateli più soffrire!"
    "Signor sì, signore!"

    Due uomini si disposero su ambo i lati della fossa, ma videro un umano che ondeggiava un braccio. La cosa più tetra era che si trovata sopra una pila di cadaveri, non umani.

    -Non ci posso credere. Ce l'ha fatta! Ha superato il primo test.- Pensò compiaciuto il professore.
    "Dai aiutami, dobbiamo tirarlo fuori!" Disse un militare che doveva ripulire la buca.
    "Roger!"

    Una volta fuori, la vista era agghiacciante. All'uomo mancavano l'avanbraccio ed una gamba. Era ricoperto di sangue, ma non il suo. Sembrava che per qualche miracolo non aveva avuto un'emorraggia... non si spiegavano come potesse ancora respirare.
    Il gruppo del colonnello intanto liberava le stanze successive per farsi largo e creare una via di fuga sicura per il team.
    L'arturiano catturato doveva aver detto la verità, siccome i nemici non attaccavano come di solito dopo averlo visto.

    "Bene uomini, voglio un uomo ogni 10 metri. E date copertura ai compagni che arriveranno. Mancano appena 5 minuti alla fuga"
    "Signor sì, signore!" gli uomini si disposero come da ordine.
    "Colonnello" Disse l'arturiano.
    "...mmh?"
    "Di certo avrà visto che fin ora vi è andata bene, ed è tutto grazie a me."
    "..."
    "Beh, voglio dirle che una volta fuori, la mia gente non ci penserà due volte a farvi saltare in aria. eheh- ma se lei è solo la metà di quel che penso... "
    "..."
    "Sarà disposto a lasciarmi in vita... se sapessero che io sono con voi... vivo e vegeto... s'intende, magari avreste qualche possibilità"
    "Quindi stai dicendo che non dovrei ucciderti per non essere ucciso!?"
    "Che paroloni... ma in breve è esatto. Mi dia solo una sua ricetrasmittente!"
    "Così che potrai dire ai tuoi la nostra posizione e via di fuga? Scordatelo!"
    "Certo che no... io voglio vivere. eheh-"
    "Allora bada bene a cià che dici." Disse dopo un attimo di riflessione.

    Il Colonnello diede la ricetrasmittente all'arturiano, il quale lo impostò sulla loro frequenza di soccorso.

    "Mayday, mayday... quì è il professore che parla!"
    "Professore -bzzzz- dove si trova? -bzzz"
    "Sono prigioniero! Non attaccate! Non inseguite gli M7! "
    "Non è poss- bzzzz- le! Le alte sfere -bzzz- non ce lo permetteranno -bzzz-"
    "Ascolta soldato, riferisci che l'elemento del mio clan è ancora vivo! Passo e chiudo."

    Ripassò la ricetrasmittente al Colonnello.
    "Dimmi cos'era quell'ultima frase?" minacciandolo con il fucile puntato direttamente sulla fronte dorata.
    "Mi- Mi riferivo a me... ovviamente!"

    Poco dopo iniziarono ad intravedersi il gruppo del Maggiore Jack e Ivan con alcuni schiavi liberati, a seguire c'era il maggiore Ryan che dava ulteriore copertura, sentendo di tanto in tanto qualche sparo. Per ultimo Il maggiore Ikky. Il team era al completo con evidenti segni di perdite tra i ranghi. Erano pronti a fuggire... ed il colonnello ansioso si chiedeva se quel suo ostaggio avrebbe potuto veramente fare la differenza.


    Mappa

    Legenda:
    Team Colonnello Egill
    Team COlonnello Satella
    Team Colonnello Kuroi
     
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